Nel 2026, il panorama fiscale italiano per quanto riguarda il servizio radiotelevisivo rimane sostanzialmente invariato. Il canone Rai continuerà a pesare sulle bollette domestiche con l’importo di 90 euro annui, suddiviso in dieci rate mensili da 9 euro ciascuna addebitate da gennaio a ottobre. La legge di bilancio ha confermato l’importo senza alcuna riduzione, deludendo le ripetute promesse politiche di alleggerimento della tassa. Per milioni di famiglie italiane, l’appuntamento rimane invariato: dieci prelievi automatici sulla fattura dell’energia elettrica, senza alcuna novità rispetto all’anno precedente.
L’addebito automatico sulla bolletta della luce rappresenta la modalità di riscossione standard dal 2016, una scelta pensata per contrastare l’evasione. Questo sistema presume automaticamente il possesso di un apparecchio televisivo per chiunque disponga di un contratto di fornitura elettrica intestato, rendendo la riscossione più efficiente e silenziosa.
L’importo del canone Rai rimane invariato a 90 euro
Per il 2026 non vi sono sorprese sul fronte dei costi. L’importo resterà fissato a 90 euro esattamente come nel 2025, una decisione che ha suscitato critiche dalle associazioni dei consumatori. La cifra complessiva manterrà stabile il gettito del tributo televisivo attorno ai 1,9 miliardi di euro nelle casse dell’ente pubblico, garantendo continuità al servizio.
Come viene ripartito il pagamento in rate mensili
Il pagamento non avviene in un’unica soluzione, bensì viene suddiviso in dieci rate da 9 euro ciascuna, addebitate ogni mese da gennaio a ottobre sulla bolletta dell’energia elettrica. Per i pensionati con redditi particolarmente bassi esiste la possibilità di richiedere una rateizzazione ulteriore direttamente sulla pensione, alleggerendo temporaneamente il carico mensile.
La presunzione di possesso della televisione
Chiunque abbia un contratto di fornitura elettrica per la propria abitazione principale si trova automaticamente soggetto al canone, secondo una presunzione di legge legittima dal punto di vista giuridico. Tuttavia, chi genuinamente non possiede un apparecchio televisivo può ricorrere a una procedura specifica per ottenere l’esonero, sebbene richieda documentazione e una corretta comunicazione alle autorità competenti.
Chi è esentato dal pagamento del canone
Diverse categorie di cittadini possono beneficiare dell’esonero totale, riducendo così il carico fiscale. Identificare correttamente la propria posizione consente di evitare pagamenti ingiustificati.
Esenzione per gli over 75 con basso reddito
I cittadini di età superiore a 75 anni con un reddito familiare che non superi 8.000 euro annui hanno diritto all’esenzione dal canone. Questa protezione richiede tuttavia una richiesta formale tempestiva, poiché la presunzione iniziale rimane comunque attiva fino a comunicazione contraria.
Altre situazioni che permettono l’esenzione
Non pagano il canone coloro che non dispongono di alcun apparecchio televisivo, i militari stranieri, i diplomatici, i funzionari consolari e chi è residente all’estero con un’abitazione in Italia priva di contratto luce attivo. Anche le persone ricoverate in istituti di cura in via permanente possono rientrare in specifici regimi esentivi.
Come presentare una richiesta di esenzione
Per far valere il diritto all’esenzione è essenziale inviare una dichiarazione ufficiale al proprio fornitore di energia elettrica o all’Agenzia delle Entrate. Rimane fondamentale conservare tutta la documentazione di supporto e monitorare l’effettiva sospensione degli addebiti nelle bollette successive.
Perché il canone rimane invariato nonostante le promesse
La decisione di mantenere l’importo a 90 euro riflette scelte di bilancio pubblico complesse. Le pressioni economiche, incluse l’inflazione e i costi operativi della televisione pubblica, richiedono entrate stabili per garantire la continuità del servizio. Al contempo, le ripetute promesse politiche di riduzione non si sono concretizzate, alimentando il malcontento fra i cittadini che percepiscono il canone come un’imposta inevitabile piuttosto che un contributo volontario al servizio pubblico radiotelevisivo.
Verificare se paghi il canone ingiustamente
Se riscontri di versare il canone senza legittimo motivo, è possibile intraprendere azioni correttive. Innanzitutto, verifica se rientra in una categoria esente consultando la tua situazione anagrafica e reddituale con attenzione. Successivamente, invia una comunicazione scritta al fornitore di energia e all’Agenzia delle Entrate, allegando la documentazione che prova il tuo diritto all’esenzione. I rimborsi relativi a pagamenti precedenti richiedono tempestività e documentazione solida per essere processati correttamente.




